giovedì 24 maggio 2007

il ravvedimento

S1 Sulle ali di una appropriata musica di Bach per organo e voci bianche, vediamo in scena, sotto le volte di una piccola e antica chiesa romanica illuminate da candele, alcune monache impegnate in un cantico religioso.


S2 Una cella a dir poco ascetica, con una delle monache che, liberatasi dalla tunica e dal copricapo( rivelandosi alquanto giovane e piacente), si sdraia sulla branda e si mette in lettura; dopo un po’ si sente bussare allo spioncino: la monaca apre e riceve un vassoio con la colazione. Sotto il tovagliolo c’è una grossa busta. La monaca la guarda, la palpa, fa il gesto di aprirla, poi cambia idea, la ripone sulla branda e comincia a consumare la colazione, lentamente. Alla fine si accende una sigaretta e la fuma, pensosa; quindi apre la finestra, compie alcune manovre per far uscire il fumo, spruzza un deodorante, dopodiché si lava i denti con cura.

Adesso riprende in mano la busta, la apre e si trova in mano un fascio di banconote e una lettera, che comincia leggere…

MONACA ... tu, conoscendo le regole della nostra comunità, saprai che dopo quattro anni di clausura, a ciascuna di noi tocca rientrare nel mondo… e portare a compimento la missione conferitaci dall’Ordine. Saprai anche che il buon esito della missione è assolutamente necessario alla nostra riammissione tra le mura del convento, che altrimenti ci escluderebbero dal ritorno nella comunità… A te sorella, è stato conferito un compito di ravvedimento e di redenzione nei confronti di almeno una di quelle creature notturne che vivono perennemente nel peccato, esibendo e concedendo a chiunque per denaro ciò che invece dovrebbero costudire come un bene prezioso e casto …e che a prova di questo ravvedimento, dovrà accettare di seguirti in convento e…

Scuote la testa perplessa e agitata; buio.


S3

Una procace, e a dir poco succintamente vestita signorina si accosta al finestrino abbassato di un’utilitaria, e al conducente, un giovane uomo.

B Allora, ti decidi?

A Dice a me?

B Sono giorni che mi fai la posta, credi che non me ne sia accorta? Che c’è, sei timido?

A …

B O sei della buoncostume, magari?... No, la faccia del poliziotto non ce l’hai proprio: direi che sei molto giovane, vero?

A Abbastanza…

B Non mi danno fastidio i giovani, anzi: purché paghino il dovuto, e soprattutto, se non mi facciano lo scherzo di essere minorenni. Chiaro il concetto?

A Si…

B Si… Cosa vuol dire si? Che sei minorenne o che non lo sei?

A Non lo sono…

B ( Apre la portiera della macchina, e si siede al suo fianco) Bene…e magari, lasciami un po’ indovinare…magari non l’hai mai fatto, è la tua prima volta: è così?

A Beh…

B Allora per prima cosa, avvia la macchina e togliamoci da qui.

A Come?

B Non mi sembri il tipo a cui piace farlo davanti a tutti: perciò avvia la macchina e togliamoci dalle palle, ok?

A E…dove vado? (avvia la macchina e parte)

B Dipende da quanto vuoi spendere: se vuoi farlo comodamente in un motel, ti costa dagli ottanta ai cento; se invece non disponi di molta grana e ti accontenti di farlo in macchina, te ne bastano una cinquantina, extra esclusi. Vuoi che andiamo in motel?

A Io, veramente…

B Tu veramente preferisci scopare in macchina perché ti vergogni a entrare con me in un motel, è così no? Allora non perdiamo tempo: prendi quella direzione e imbocca la litoranea, ti porto in pineta, va bene? E’ un posto sicuro a parte qualche guardone che approfitta delle situazioni per farsi qualche sega gratis…A proposito, vuoi che cominci a farti…No, è meglio di no: capace che uno come te sul più bello mi chiude gli occhi e andiamo a sbattere. Parliamo un po’: io mi chiamo Bea, e tu?

A …

B Che c’è, hai paura a dirmi come ti chiami? Guarda che non sei obbligato a dirmi il tuo vero nome: dimmi solo come devo chiamarti…

A A quel bivio che direzione devo prendere?

B A sinistra…e poi la prima strada sterrata, sempre a sinistra.

A Questa?

B Si. Ora vai sempre dritto…attento alle buche, cazzo! Li vedi quei due pini, là in fondo?

A Si.

B Infilati là, in mezzo a loro…Così, bravo. Spegni ora.

A Che bello, si vede il mare, là in fondo!

B Il mare…sai che roba: mica siamo venuti qui per guardare il mare! (si toglie la maglietta…) Cosa ne dici delle mie tette piuttosto, ti piacciono?

A Si…sono belle, ma…

B Ma? C’è qualcosa che non va nelle mie tutte? Guarda che sono naturali, queste, niente silicone: toccale…Ma come cazzo fai!? Hai paura, si fa così a palpare le tette di una donna…così!

…Allora, sei convinto adesso che è tutta roba mia?

A Si…

B Bene, allora comincia a cacciare i 50 euri della tariffa ( A esegue) Se però te la senti di darmene altri venti, cominciamo con un bel pompino, che ne dici?

A No, io…

B Fai un po’ come ti pare… (continuando a spogliarsi) Spogliati anche tu, intanto guardami mentre mi tocco, e appena ti viene duro, infilati questo…

A Io…io non posso.

B Non puoi? E perché?...Cazzo, sei carino tesoro, ma un bel po’imbranato…Su, togliti i pantaloni e le mutande, che ci penso io a infilartelo…

A Non posso, ti dico…

B Che cazzo vuol dire che non puoi? Se vuoi farlo senza preservativo guarda che ti costa almeno il doppio, bello…Ti va bene?

A Non so come dirtelo…

B Come dirmi cosa?...Sei impotente per caso, non ti si rizza? E’ così?

A Si…

B Ma non ti si rizza ora, per causa mia, o in assoluto?

A In assoluto…

B E allora cosa ci vai a fare a puttane? Senti, lasciami almeno provare, così, per curiosità…( Lo tocca nei dintorni della patta) Ma che cazzo è sta roba! ( Lo tocca sul petto) Ma vaffanculo, sei una donna, vero?

A …

B Che cazzo è? Sei una lesbica, una leccafiche, un transessuale o qualcosa di simile, vero?

A No…

B No, si, no, ma, forse…Adesso mi hai rotto: dimmi chi cazzo sei, cosa cazzo vuoi da me, e facciamola finita!

A Sono una suora.

B Oh cazzo! Una suora!!! Pure una suora mi doveva capitare! Come se non bastassero i maniaci, i pervertiti e tutti gli altri rottinculo che mi devo sorbire tutte le notti. E che cazzo vorresti da me, sentiamo…

A Convertirti.

B Cosa!? Ripetilo!?

A Convertirti, redimerti, indurti a cambiar vita.

B Tu sei completamente pazza: ( comincia rabbiosamente a rivestirsi) riavvia questo cazzo di macchina e riportami subito dove mi hai presa.

A Aspetta…

B Un bel cazzo, aspetto: questo per me è tempo lavorativo, stronza: se non faccio ameno 500 euro prima di domattina, mi riempiono di botte, ti è chiaro il concetto, santarellina del cazzo?

A (toglie di tasca altre dieci banconote da 50, e le mette una dopo l’altra in mano a Bea)

B ( accendendo la luce dello specchietto e guardando le banconote in controluce)

Cos’è, sono i soldi delle elemosine? Sono buoni però, a quanto pare…( infila le banconote nella borsetta, e finisce di rivestirsi)

A Adesso puoi concedermi un po’ della tua attenzione?

B Visto che mi hai pagato l’intera notte, fai pure; ti avverto però: sprecherai il tuo fiato. Ne vuoi una?

A Non… fumo, grazie.

B Sicura? E un goccio di questa roba, allora?

A Non bevo alcolici.

B Ti pareva…non scopi, non fumi, non ti sbronzi …cosa cazzo fate di preciso tutto il giorno e tutta la notte, voi suore?…

A Un bel po’ di cose, almeno nel mio caso. A proposito, prima mi hai chiesto come mi chiamavo. Ora te lo posso dire: mi chiamo Arianna, e ho 26 anni.

B Quattro più di me? Cazzo, ti facevo molto più giovane!

A Forse ho sofferto la vita un po’ meno di te…

B Cosa ne sai tu di quanto ho sofferto io?

A Ti ho osservata a lungo, queste notti: non mi sei sembrata per niente felice della vita che fai, o sbaglio?

B Che cazzo vuol dire? Vorrei vedere te a farti sbattere ogni santa notte da tutti gli sfigati e pervertiti che hanno i soldi in tasca per farlo…

A E allora, perché lo fai?

B Che domanda di merda…

A Non è una risposta.

B Lasciamo perdere, va…non ho voglia di sprecare il mio tempo con una stronzetta che non sa un cazzo della vita e pretende di insegnarla agli altri: riprenditi i tuoi soldi del cazzo, e riportami al mio lampione.

A Scusami, ma non capisco perché ti arrabbi così con me: guarda che io non ti voglio obbligare a niente. Io ti voglio solo offrire la possibilità di uscire da una situazione che…ti rende infelice.

B E perché faresti questo per me, perché hai puntato proprio me, fra tutte le puttane del lungomare? Sentiamo…

A Perché ho avuto compassione di te. Ma soprattutto perché in te ho rivisto… me stessa.

B Cioè…cioè: vuoi dire che anche tu facevi la battona?

A Non esattamente.

B E che cazzo facevi?

A Vendevo, esibivo il mio corpo…nelle sfilate di moda.

B Ma vaffanculo, che bel cazzo di paragone! Darei un braccio io, per sfilare sulle passerelle, anziché sui marciapiedi…E un occhio vedere le mie foto sulle riviste di moda! …

Non hai idea di quello che passo, delle botte che prendo tutte le volte che gli consegno meno soldi di quelli che pretendono ogni volta da me: come cazzo fai a paragonarti a me, eh?

A A me non davano botte, no, ma dosi massicce di coca si, e non immagini le scenate isteriche che subivo ogni volta che aumentavo di dieci grammi il peso del mio corpo: mi hanno fatto odiare il cibo, me stessa, la vita: sono diventata infelice in modo assoluto, sono arrivata sul punto di desiderare la morte, e poi di morire per questo, quasi.

B Cazzo…mi dispiace, non dev’essere stato divertente…E poi, come ne sei venuta fuori?

A …Mi daresti una sigaretta? ( Bea gliela accende e poi gliela passa)

B Aspetta, lasciami indovinare: un bel giorno, quando oramai non te ne fregava più un cazzo di vivere, è arrivata una tipa, più o meno come te ora, e…così tu…non avendo più niente da perdere… Sono andate così le cose?

A Si.

B E poi quando ti sei ripresa, hai deciso di farti monaca?

A Si…Me ne dai un goccio? ( Bea le passa la bottiglia)

B E come ti trovi, lì?

A Sto cercando di capire chi sono, e cosa voglio fare della mia vita.

B E adesso tu… vorresti fare la stessa cosa per me?

A Si.

B Quindi, lasciami capire: dovrei smettere di fare la puttana, e farmi suora?

A Io desidero solo aiutarti a sparire da un mondo e da una vita che ti rende infelice. Nessuno ti chiederà altro, nessuno tanto meno ti imporrà una vocazione religiosa: io stessa non credo di aver fatto una scelta definitiva.

B Ah, no? Vuoi dire che te ne puoi andare quando vuoi, se ti va?

A Certo: il mio è un convento, non una prigione.

B Guarda che io rischio di crederci a quello che mi dici, eh?

A Devi crederci.

B Se accettassi la tua proposta di sparire, e poi quelli mi ritrovassero, mi farebbero a pezzi:, lo sai vero?

A Le mura di un convento di clausura sono impenetrabili.

B E che cazzo ci farei io, in un convento di clausura? Non lo vedi come sono, come parlo?

Cosa ci farei li dentro, giorno e notte?

A Potresti ripensare alla tua vita passata. E decidere cosa fare della tua vita futura.

B E quanto tempo avrei, per decidere?

A Tutto il tempo che ti sarà necessario.

B E, in cambio, cosa dovrei fare?

A Niente, ora.

B E…dopo?

A Se resterai con noi può darsi che un giorno ti venga chiesto di fare per qualcun altro ciò che io sto facendo per te, adesso.

B E se per me fosse impossibile stare rinchiusa là dentro, e decidessi di ritornarmene dal bastardo che odio e che amo, e che dopo avermi riempita di botte, mi rispedirebbe sul marciapiede?

A Sarebbe un dispiacere per noi, per me soprattutto. Ma nessuno te lo impedirebbe.

B Quindi, in questo momento, tu mi offri di…di…

A Ti offro di essere libera. Di riprendere possesso della tua esistenza, del tuo corpo e della tua anima, ammesso che tu creda in un’anima.

B Va bene, accetto. Portami dove vuoi. Ma prima…

A Prima?

B Prima, dammi un bacio. E scambiamoci i vestiti.

Buio

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